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popoli indigeni – Il Toro e la Bambina

Popoli non contattati

Ayoreo, Hongana Manyawa, Kawahiva, Shompen, sono fra gli esempi più urgenti di tribù non contattate a rischio di estinzione, a causa dei bulldozer che, in Paraguay, spianano gli alberi, ettaro dopo ettaro, per ricavare pascoli per la produzione di carne destinata al mercato europeo; lo sfruttamento selvaggio del sottosuolo che, in Indonesia, contamina le falde acquifere, satura l’aria di polveri e deposita rifiuti che soffocano flora e fauna; piani incontrollati di urbanizzazione e industrializzazione che, in India, cancellano diversità biologica e aumentano le diseguaglianze sociali; il disboscamento che, in Brasile, trasforma l’Amazzonia in una sterminata piantagione di soia, mais e canna da zucchero, e compromette gli equilibri terrestri. Continue reading “Popoli non contattati”

Il rito di passaggio delle ragazze Apache

Per la nazione Mescalero Apache, le ragazze diventano donne attraverso la cerimonia del sorgere del sole – un antico rito di passaggio che dura quattro giorni. Il documento video mostra la prova di Julene Geronimo, nipote in linea diretta, discendente di quarto grado, del medico tradizionale e capo Bedonkohe Ndehndahe, Apache Geronimo, uno degli ultimi guerrieri dei nativi ad arrendersi (Skeleton Canyon, fra Arizona e Nuovo Messico, 1886), all’esercito degli Stati Uniti, che li derubò del proprio territorio. Continue reading “Il rito di passaggio delle ragazze Apache”

L’Università Nazionale Interculturale dell’Amazzonia al centro della leadership indigena

Per raggiungere l’università si abbandona la striscia d’asfalto e le buche inghiottono il veicolo che ogni volta annaspa per riguadagnare il livello della strada. Nel fango carminio, mischiato dalle frequenti precipitazioni, il viaggio si fa ancora più azzardato. Continue reading “L’Università Nazionale Interculturale dell’Amazzonia al centro della leadership indigena”

Testimonianza della resistenza maya: Otilia Lux de Cotí

Lo sguardo acuto di Otilia Lux de Cotí, politica e attivista maya-quiché, si staglia dalla parete verde cinabro della sala da pranzo della sua casa di Città del Guatemala, su cui campeggia la vergine di Guadalupe e un trionfo di angeli.  Nel mezzo di una difficile campagna per le elezioni presidenziali, e nell’anno internazionale delle lingue indigene, ragioniamo a lungo di politica, nazioni autoctone e giustizia sociale, in un paese in cui, in base ai dati dell’Onu, il 60 per cento della popolazione vive in povertà, percentuale che arriva al 76 nelle zone rurali, e oltre il 79 nelle comunità indigene, dove il 61 per cento dei minori soffre di malnutrizione. Continue reading “Testimonianza della resistenza maya: Otilia Lux de Cotí”

Wounded Knee

Il 27 marzo del 1973, Sacheen Littlefeather, rappresentante della nazione apache e portavoce del movimento degli indiani americani (Aim per la sigla inglese), si presenta alla cerimonia di consegna degli Oscar, in rappresentanza di Marlon Brando, vincitore del premio per il miglior attore protagonista, in “Il Padrino” di Francis Ford Coppola. Continue reading “Wounded Knee”

Masai vs KenGen

Il Kenya è il più grande produttore geotermico del continente africano.  Per il 2050 intende triplicare la generazione di energia pulita attraverso un incremento di impianti e l’utilizzo di maggiori estensioni nella regione di Olkaria, ma il ricorso a porzioni di territorio ancestrale è foriero di conflitti, dove e quando non garantisce il coinvolgimento delle popolazioni originarie nel processo decisionale. Continue reading “Masai vs KenGen”

Legge amazzonica in Ecuador

Carlos Viteri Gualinga, deputato e presidente della commissione parlamentare biodiversità e risorse naturali

MP: L’Amazzonia è abitata da circa 800 mila persone, aggruppate in undici popoli ancestrali; un territorio di notevoli risorse, caratterizzato da grandi fragilità. Storicamente qual è stata la visione dei governi dell’Ecuador rispetto alla sua diversità culturale e ricchezza naturale e mineraria? Continue reading “Legge amazzonica in Ecuador”

Salvare l’Amazzonia: l’appello dei waorani dell’Ecuador

I waorani combattono per il loro territorio da centinaia di anni, ma potrebbero presto vederlo messo all’asta per il miglior offerente dell’industria estrattiva.  Dal cuore dell’Amazzonia, diciotto comunità chiedono all’Ecuador e al mondo di bandire le trivelle dalla regione fra le più biologicamente diverse del pianeta. Continue reading “Salvare l’Amazzonia: l’appello dei waorani dell’Ecuador”

Segnalibro

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri. E’ suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.

Toro Seduto

Diritto e dovere alla conoscenza e democrazia partecipata

Il “diritto alla conoscenza” è al centro di un dibattito sorto in contrasto alla progressiva e universale erosione della libertà di espressione e il propagarsi dell’industria delle notizie false o ingannevoli, e in difesa del primato dei diritti umani, il buon governo, l’accountability e la responsabilità pubblica.  Alimentato da un delicato ecosistema, è intrinseco al “diritto allo sviluppo”. Continue reading “Diritto e dovere alla conoscenza e democrazia partecipata”

Impegno armato e petrolio, la forza dei curdi indipendentisti

I curdi, 30 milioni di persone dislocate su cinque paesi – secondo dati della Cia del 2014, il 18 per cento in Turchia, il 17.5 in Iraq, il 10 in Iran, il 9.7 in Siria, e due milioni di diaspora in Europa, nutrono aspirazioni di sovranità dalla fine della prima guerra mondiale, quando lo smembramento dell’impero ottomano determinò l’assetto del medio oriente. Continue reading “Impegno armato e petrolio, la forza dei curdi indipendentisti”

Popoli indigeni

La giornata internazionale dei popoli indigeni viene celebrata dal 1994 per decisione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.  La data del 9 agosto è quella della prima riunione del gruppo di lavoro sui popoli indigeni della sottocommissione per la promozione e la protezione dei diritti umani.  Ci sono 370 milioni di indigeni, appartenenti a 5.000 gruppi, in 90 paesi.  Parlano più dei due terzi delle lingue del pianeta, ovvero oltre 4.000 idiomi unici. Costituiscono il 5 per cento della popolazione globale e il 15 per cento dei poveri.  Vessati da discriminazione sistematica ed esclusi dal potere economico e politico, vivono una situazione critica in molte parti del mondo.  E’ stato stimato che l’80 per cento della biodiversità e l’11 per cento delle foreste si trovano concentrate in terre indigene.  Queste sono minacciate dai rapidi effetti negativi del cambio climatico e dall’economia industrializzata, basata sulle estrazioni minerarie e lo sfruttamento dei combustibili fossili, nonché dall’avanzata delle frontiere agricole.  Delle 200 aree maggiormente a rischio, per il WWF, 95 sono territori ancestrali. Per le popolazioni autoctone, la conservazione dell’ambiente è fondamento spirituale e funzionale di identità e cultura.

Indigena Basarwa/Saan della Namibia (75 anni) passa un uovo di struzzo alla nipote (14 anni)

Mindanao

Quarantasette anni di sanguinosa rivolta, dimenticata dalla stampa e dall’opinione pubblica, potrebbe trovare una conclusione in Mindanao, isola nel sud-est delle Filippine. Rappresentanti dell’esecutivo e della più grande realtà insurrezionalista del paese, il Fronte di Liberazione Islamico “Moro” (Milf, per l’acronimo inglese), hanno sottoposto al Presidente Rodrigo Duterte un disegno legislativo per il potenziamento dell’autonomia ottenuta nel 1996 e investimenti in questa regione travagliata dall’estremismo, che dal 2000 ha provocato 4 milioni di profughi interni, migliaia di vittime, e un ritardo storico nello sviluppo economico e sociale, a dispetto della ricchezza di risorse. Continue reading “Mindanao”

Cento giorni di governo in Perú

Tutto è potenziale in Perú.  La sua geografia e ricchezze ambientali ne fanno uno dei paesi più promettenti dell’America Latina.  Gli altipiani andini sono colmi di minerali, inclusi materiali rari, e fiorenti per le coltivazioni.  L’interno dell’Amazzonia trabocca di acqua per la produzione idroelettrica e risorse boschive.  Il capitale umano è mediamente istruito e il settore privato vivace.  I porti della costa ovest del Pacifico sono un trampolino verso Asia e Cina.  I suoi cinque confini lo posizionano come l’hub logistico naturale per l’integrazione regionale.  Nonostante un 3.70% di crescita annuale, grazie alla bilancia commerciale delle esportazioni, sinora è tuttavia mancato un chiaro disegno di sviluppo. Continue reading “Cento giorni di governo in Perú”

La pace in Colombia fra un Nobel discusso e un accordo incompiuto

Il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato il 7 ottobre a Juan Manuel Santos, presidente della Colombia al suo secondo mandato consecutivo, per aver promosso un accordo che pretende concludere il conflitto armato interno più lungo del continente americano, durato 52 anni (nella regione permangono conflitti di bassa intensità in Paraguay, Messico e Perú), con un bilancio di un quarto di milione di morti (80% civili), 46.000 casi di sparizione, migliaia di vittime di arruolamento forzato, sequestro, tortura, abuso sessuale, e secondo le stime dai cinque agli otto milioni di sfollati. Continue reading “La pace in Colombia fra un Nobel discusso e un accordo incompiuto”

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