Nel complesso, il Guatemala ha indicatori da quello che una volta si chiamava il terzo mondo, fra i quali, il 45 per cento di malnutrizione cronica nei bambini sotto i cinque anni di età, oltre il 50 per cento di povertà e povertà estrema, e l’esclusione dalla previdenza sociale del 75 per cento della forza lavoro, in quanto impiegata nell’ambito informale. Continue reading “Guatemala: un passo avanti, due indietro”
Il Brasile di Bolsonaro
Jair Messias Bolsonaro, politico e militare congedato, ha trionfato alle presidenziali del 2018, nelle file del partito social liberale , il nono al quale è stato affiliato dal suo primo incarico da assessore nel 1989. Continue reading “Il Brasile di Bolsonaro”
La lotta per la sopravvivenza delle donne e le ragazze yemenite
Lo Yemen è uno degli stati arabi più poveri e con l’indice più alto di mortalità materna. La guerra è scaturita da una fallita successione politica, che avrebbe dovuto portare stabilità all’indomani della “primavera araba”, che nel 2011 forzò l’autoritario presidente, Ali Abdullah Saleh, a dimettersi, dopo essere stato al potere per trentatré anni. Continue reading “La lotta per la sopravvivenza delle donne e le ragazze yemenite”
Testimonianza della resistenza maya: Otilia Lux de Cotí
Lo sguardo acuto di Otilia Lux de Cotí, politica e attivista maya-quiché, si staglia dalla parete verde cinabro della sala da pranzo della sua casa di Città del Guatemala, su cui campeggia la vergine di Guadalupe e un trionfo di angeli. Nel mezzo di una difficile campagna per le elezioni presidenziali, e nell’anno internazionale delle lingue indigene, ragioniamo a lungo di politica, nazioni autoctone e giustizia sociale, in un paese in cui, in base ai dati dell’Onu, il 60 per cento della popolazione vive in povertà, percentuale che arriva al 76 nelle zone rurali, e oltre il 79 nelle comunità indigene, dove il 61 per cento dei minori soffre di malnutrizione. Continue reading “Testimonianza della resistenza maya: Otilia Lux de Cotí”
Blackout Venezuela
Il 23 gennaio il congresso del Venezuela ha pronunciato vacante la massima carica dello stato e proclamato il presidente della camera, Juan Guaidó, presidente della repubblica ad interim. Dopo due mesi di tensione e scontri tra le fazioni, Guaidó è stato destituito e interdetto dai pubblici uffici. Continue reading “Blackout Venezuela”
Nel paese dell’effimera primavera
In Guatemala sono state indette elezioni generali per il 16 giugno. Per la massima carica, si propongono ben diciotto contendenti fra cui tre donne. L’asprezza degli estremi fra ricchi e poveri, indigeni e ladinos, urbe e campagna, sinistra e destra, perpetua, tuttavia, atteggiamenti polarizzati e intolleranti. Continue reading “Nel paese dell’effimera primavera”
Le interviste della Bambina
Una galleria di interviste a esperti e protagonisti internazionali
Esodo venezuelano
Da quando Nicolás Maduro è salito al potere, dopo la morte di Hugo Chávez nel 2013, il bolivar venezuelano ha perso il 99.99 per cento del suo valore contro il dollaro statunitense sul mercato nero locale. Continue reading “Esodo venezuelano”
Legge amazzonica in Ecuador
MP: L’Amazzonia è abitata da circa 800 mila persone, aggruppate in undici popoli ancestrali; un territorio di notevoli risorse, caratterizzato da grandi fragilità. Storicamente qual è stata la visione dei governi dell’Ecuador rispetto alla sua diversità culturale e ricchezza naturale e mineraria? Continue reading “Legge amazzonica in Ecuador”
Nazionalpopulismo messicano
I cittadini messicani hanno scelto il cinquantottesimo presidente della repubblica con una partecipazione del 63.42 per cento, in ribasso rispetto a tornate previe ed equivalente a due aventi diritto su tre. Continue reading “Nazionalpopulismo messicano”
Nicaragua punto e accapo
Le proteste avvenute in Nicaragua contro la riforma fiscale del passato aprile, che decretava un aumento delle imposte per lavoratori, impresari e pensionati, hanno canalizzato il malcontento diffuso dal 2013 verso il presidente Daniel Ortega, in carica da undici anni mediante un ferreo controllo dell’esercito e della polizia. Continue reading “Nicaragua punto e accapo”
Un’età dell’oro per l’India?
L’India è la settima economia e il terzo esercito per effettivi del mondo. Tuttavia, non è parte della Cooperazione Economica Asia-Pacifico – anche se è la terza forza economica asiatica; né del G7 – nonostante sorpassi il Pil di Canada e Italia; né dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – sebbene emerga fra gli attori in Asia e Africa; e neppure dell’Agenzia Internazionale dell’Energia – essendo uno dei massimi consumatori; e tantomeno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Continue reading “Un’età dell’oro per l’India?”
Corruzione e familismo nel Perù ai tempi di Odebrecht
Il presidente del Perù, Pedro Pablo Kuczynski, ha presentato le dimissioni solo dopo diciannove mesi dall’investitura quinquennale, a motivo della sua implicazione in uno scandalo per corruzione con il gigante brasiliano delle costruzioni Odebrecht, le cui dimensioni continentali potrebbero provocare crisi in altri paesi latinoamericani. Continue reading “Corruzione e familismo nel Perù ai tempi di Odebrecht”
Turchia, la deriva autoritaria
La Turchia, nel silenzio generale, è diventata una minaccia allo stato di diritto internazionale. Le ondate di arresti e licenziamenti – 90 mila al primo trimestre di quest’anno, voluti dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, e susseguitisi dal fallito colpo di stato del 15 luglio del 2016, per purgare le istituzioni da chiunque associato con Fethullah Gülen, clerico in esilio in Pennsylvania, si sono estesi oltre i confini domestici. Continue reading “Turchia, la deriva autoritaria”
Sos Afghanistan
Dopo oltre quindici anni, non è azzardato pensare che la coalizione Nato in Afghanistan e nel nord-ovest del Pakistan non abbia una strategia decisiva. Il governo di unità nazionale, frutto di un patto di condivisione del potere, mediato da John Kerry nel 2014, fra i due contendenti che si accusavano di brogli elettorali – Ashraf Ghani, presidente, e Abdullah Abdullah, primo ministro, è frammentato e piagato dalla corruzione. Soprattutto è incapace di mantenere l’ordine. Continue reading “Sos Afghanistan”
L’Iran fra giochi di palazzo e cambio generazionale
Attraverso la cortina di fumo sulle dimostrazioni pubbliche delle ultime settimane, proviamo a guardare all’Iran come al laboratorio politico che è sempre stato, con la sua fitta rete di movimenti sociali che hanno lottato senza sosta per modernizzare la nazione e dato vita alla prima rivoluzione costituzionale del medio oriente nel 1906, e dagli anni sessanta e settanta, a quell’islam politico che guadagnerà importanza in seguito alla primavera araba del 2010-11. Continue reading “L’Iran fra giochi di palazzo e cambio generazionale”
Libia. La rivoluzione inconclusa
La strage di Manchester del 22 maggio e la vicenda umana dell’attentatore Salman Abedi, britannico di genitori libici, combattente adolescente della resistenza al regime di Gheddafi, porta alla ribalta un paese dove la guerra è entrata a far parte di storie individuali e famigliari, il sacrificio dei caduti della rivoluzione è ostentato nello spazio collettivo, e il desiderio di morte è una forma di cultura per tanti, per quanti come Abedi un’ossessione. Continue reading “Libia. La rivoluzione inconclusa”
Siria. La pantomima della linea rossa
Sei anni di guerra civile, 470.000 morti – di cui 70.000 per carenza di servizi di salute, farmaci, acqua potabile e condizioni igieniche, 145.000 cittadini scomparsi, quasi 2 milioni di feriti, 6 milioni di sfollati interni, il 10 per cento dei siriani rifugiato, 13 milioni di persone in stato di emergenza umanitaria, e circa 5 milioni di queste in aree inaccessibili agli aiuti. Continue reading “Siria. La pantomima della linea rossa”
Ritorno al futuro. Il processo di pace israelo-palestinese
La Conferenza di Parigi sul Vicino Oriente del 15 gennaio non ha prodotto esiti storici, o almeno costruttivi, nel rilancio del dialogo fra Israele e Palestina. Nel limbo del processo di pace, l’erosione del capitale diplomatico, la recrudescenza fondamentalista di Israele, e la frammentazione dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), sono le voci di coloro che la pace la costruiscono giorno per giorno, lontano dai riflettori, a essere fonte di ispirazione e speranza. Continue reading “Ritorno al futuro. Il processo di pace israelo-palestinese”
Cento giorni di governo in Perú
Tutto è potenziale in Perú. La sua geografia e ricchezze ambientali ne fanno uno dei paesi più promettenti dell’America Latina. Gli altipiani andini sono colmi di minerali, inclusi materiali rari, e fiorenti per le coltivazioni. L’interno dell’Amazzonia trabocca di acqua per la produzione idroelettrica e risorse boschive. Il capitale umano è mediamente istruito e il settore privato vivace. I porti della costa ovest del Pacifico sono un trampolino verso Asia e Cina. I suoi cinque confini lo posizionano come l’hub logistico naturale per l’integrazione regionale. Nonostante un 3.70% di crescita annuale, grazie alla bilancia commerciale delle esportazioni, sinora è tuttavia mancato un chiaro disegno di sviluppo. Continue reading “Cento giorni di governo in Perú”
La pace in Colombia fra un Nobel discusso e un accordo incompiuto
Il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato il 7 ottobre a Juan Manuel Santos, presidente della Colombia al suo secondo mandato consecutivo, per aver promosso un accordo che pretende concludere il conflitto armato interno più lungo del continente americano, durato 52 anni (nella regione permangono conflitti di bassa intensità in Paraguay, Messico e Perú), con un bilancio di un quarto di milione di morti (80% civili), 46.000 casi di sparizione, migliaia di vittime di arruolamento forzato, sequestro, tortura, abuso sessuale, e secondo le stime dai cinque agli otto milioni di sfollati. Continue reading “La pace in Colombia fra un Nobel discusso e un accordo incompiuto”
Una nuova leadership per il Fronte Polisario
La notizia della scomparsa di Mohamed Abdelaziz Ezzedine, leader del Fronte Polisario – movimento di liberazione sahrawi, e della Repubblica Democratica Araba Saharawi – governo provvisorio di uno stato in attesa di riconoscimento (Sadr, per la sua sigla in inglese), è stata diffusa dalla televisione nazionale in modo telegrafico e frettoloso. Continue reading “Una nuova leadership per il Fronte Polisario”
Una poltrona per due. L’Italia al Consiglio di Sicurezza
Ci vuole una certa anche se discutibile abilità, e sicuramente una buona dose di sfrontatezza, per vendere un fallimento come un successo. Dagli esiti del voto amministrativo all’avventura dell’Italia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, siamo avvezzi alla manipolazione ciarlatana della verità, ma di sicuro non disattenti. Continue reading “Una poltrona per due. L’Italia al Consiglio di Sicurezza”
Theresa May a 10 Downing Street
In realtà le donne in lizza per Downing Street erano due: Andrea Leadsom, già Ministro dell’Energia, e Theresa May, Ministro degli Interni del governo del premier dimissionario David Cameron; emerse dal fondo della fila, dopo una serie di manovre e colpi bassi che hanno visto eliminarsi a vicenda gli uomini del Partito Conservatore. Continue reading “Theresa May a 10 Downing Street”
Discriminazione razziale nell’era Obama
Al termine della gestione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti è tempo di bilanci e analisi sia del suo lascito, in un paese che ha visto mutare posizione e ruolo nell’ordine del mondo, sia della carica simbolica e la speranza di cambiamento, accese dalla sua prima elezione, in una società attraversata da laceranti brecce sociali e una feroce crisi economica. Continue reading “Discriminazione razziale nell’era Obama”
Elezioni presidenziali USA 2016. Chi sono i nemici di Hillary Clinton?
Dopo quattro lunghi e tormentati mesi di corsa per la nomina a candidata presidenziale per il Partito Democratico, e a cinque settimane dalla Convention Democratica, è opportuno riflettere sulle ragioni per cui Hillary Clinton non sia riuscita ad affermarsi sin dalle prime battute come un’opzione convincente e trascinare l’elettorato progressista, lasciando invece all’outsider Bernie Sanders il primato della speranza e il sogno americano – cavallo di battaglia della campagna di Obama, e la reale possibilità di mettere a rischio un lungo e calcolato progetto politico. Continue reading “Elezioni presidenziali USA 2016. Chi sono i nemici di Hillary Clinton?”