Una notizia falsa circa il presunto decesso di Hebe de Bonafini, circolata negli ultimi giorni attraverso la rete, ha visto pervenire all’associazione argentina Madres de Plaza de Mayo, di cui è cofondatrice, condoglianze da vari paesi, fra i quali Danimarca, Italia, Svezia e Venezuela. Anche il segretario generale dell’organizzazione degli stati americani, Luis Almagro, ha espresso il suo cordoglio per il fatto mai avvenuto, segno che le fake news non risparmiano nemmeno quanti dovrebbero vigilare sulla trasparenza nella regione.
Tutti i giovedi alle 15:30, il gruppo liderato da de Bonafini realizza una marcia nello stesso luogo dove, il 30 aprile del 1977, si è riunito per la prima volta, durante la dittatura di Jorge Rafael Videla, per reclamare il rilascio in vita dei detenuti politici, e più avanti per il chiarimento della verità storica e il giudizio penale dei responsabili, fra l’indifferenza, se non l’ostilità, di molti settori. L’associazione continua la lotta intrapresa dai desaparecidos con un’università, un programma televisivo, una radio, progetti di natura sociale, e dibattiti pubblici su temi di attualità che seguono a ogni singola manifestazione. Amministra anche un centro culturale nell’ex campo di concentramento Esma a Buenos Aires.
Hebe de Bonafini, casalinga, con la licenza elementare, si è sposata a quattordici anni e ha avuto tre figli, due dei quali sono stati sequestrati a pochi mesi di distanza uno dall’altro senza mai fare ritorno. Ha visto sparire le sue compagne di militanza e ricevuto minacce. Nel 2001, quando la libreria dell’associazione è stata vandalizzata, de Bonafini ha denunciato la complicità dello stato, considerato che il locale si trova affianco a un presidio della polizia. Oggi ha 91 anni ed è la quarta volta che la danno per morta con le peggiori intenzioni.
Intervistata dalla stampa locale, ha dichiarato di provare pietà per quanti la uccidono virtualmente. Di recente, ha pranzato per due ore con il presidente della repubblica, Alberto Fernández, e hanno parlato di politica. Grazie alla solidarietà internazionale molte delle rivendicazioni delle Madres de Plaza de Mayo sono state assunte dai partiti, ma de Bonafini ha sempre rifiutato posizioni pubbliche. “Il miglior incarico”, dice al quotidiano Página 12, “è quello che mi hanno dato i miei figli: madre di rivoluzionari”.
Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano indipendente online di geopolitica e politica estera Notizie Geopolitiche.
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