La Bambina ripubblica un articolo di attualità
Demografia come fattore geopolitico
Il Toro e la Bambina, 11 luglio 2017
Centinaia di migliaia di anni sono trascorsi prima che la popolazione mondiale raggiungesse il primo miliardo, e in solo meno di 200 anni è diventata sette volte tanto. Il fattore determinante di questo aumento esponenziale è stato il numero crescente di individui sopravvissuti fino all’età riproduttiva, dovuto a un progressivo miglioramento della qualità della vita e la riduzione della mortalità, accompagnato quindi da cambiamenti nei tassi di fertilità.
Il nodo rappresentato da demografia, accesso alle risorse, sviluppo, e spinte migratorie, richiede capacità di visione. Sono infatti in atto dei mega trend, come la veloce urbanizzazione – entro il 2050 il 66 per cento della popolazione vivrà nelle città, e la dilatazione dell’aspettativa di vita – dai 64.8 anni dell’inizio dei ’90 ai 70 anni odierni, che avranno ingenti implicazioni per l’economia, l’occupazione, il welfare, e la pace sociale, delle generazioni a venire.
Le Nazioni Unite pubblicano proiezioni su base biennale, la cui media è stata spesso corretta verso l’alto, stando a indicare che la popolazione è cresciuta più rapidamente di quanto pensato. La variante media corrente suggerisce che la popolazione mondiale toccherà i 10 miliardi a metà del secolo, per livellarsi sugli 11 miliardi alla fine. Se invece la natalità scendesse meno del previsto si arriverebbe a 16.5 miliardi al concludersi del secolo, e si abbassasse più del previsto la popolazione potrebbe diminuire sino a tornare ai livelli attuali.
Il passato recente ha registrato un’inflessione dei livelli natalità – da 4.5 figli per donna nei primi anni ’70 a circa 2.5, ma si è comunque mantenuta a un passo maggiore della mortalità. Si tratta dell’effetto dei precedenti alti tassi di fertilità, per cui oggi ci sono più donne in età riproduttiva, e determina un numero relativamente alto di nascite, anche se il numero di figli è inferiore. Dopo il 2060, quando tale effetto si sarà esaurito, la crescita sarà trainata esclusivamente dai paesi meno sviluppati, dove milioni di persone vivono in povertà e in situazioni di conflitto. Secondo le previsioni più conservatrici, la popolazione in questi paesi raddoppierà entro il 2050, e triplicherà in alcuni.
Le dinamiche demografiche sono il risultato cumulativo delle scelte individuali e delle opportunità che le persone hanno a loro disposizione, e pertanto sono circoscritte dalle politiche dei singoli paesi. Quello che emerge dagli scenari presenti e futuri è che la demografia, e i paradigmi di distribuzione della ricchezza che ne conseguono, sono imperante materia di analisi per gli equilibri globali, la prevenzione dei conflitti e la conservazione del pianeta.
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