MP: L’Amazzonia è abitata da circa 800 mila persone, aggruppate in undici popoli ancestrali; un territorio di notevoli risorse, caratterizzato da grandi fragilità. Storicamente qual è stata la visione dei governi dell’Ecuador rispetto alla sua diversità culturale e ricchezza naturale e mineraria?
CV: L’Amazzonia corrisponde al 48 per cento del suolo continentale ed è stata sempre considerata una zona abbandonata e libera per lo sfruttamento e la commercializzazione delle sue risorse naturali, rinnovabili e non rinnovabili, a nome del cosiddetto beneficio complessivo. Le politiche sono state disegnate di conseguenza. Hanno poi avuto luogo operazioni di colonizzazione, che hanno condotto all’occupazione di vaste aree indigene e una vasta sequela di conflitti. La stagione petrolifera, inaugurata negli anni settanta, e il suo aggressivo ampliamento, oltre a ledere i diritti dei popoli originari, non ha avuto alcuna attenzione per l’impronta ambientale. Ne è un esempio la nefasta eredità lasciata da Texaco e Chevron, il peggior crimine ecologico e sociale, perpetrato nel nord dell’Amazzonia ecuadoriana, fra il 1964 e il 1993, con ripercussioni su più di un milione di ettari. Trentamila famiglie contadine di nazionalità ancestrale portano avanti una causa legale da venticinque anni contro queste imprese. La costituzione del 2008, seguita a una mobilitazione civica che ha rinnovato l’Ecuador, ha propiziato una rottura dell’immagine prevalente dell’Amazzonia. Vi sono stati incorporati tre elementi chiave: la dichiarazione dell’Ecuador come stato plurinazionale, la definizione di specifici diritti collettivi dei popoli autoctoni, e il concetto del “sumak kawsay” come fine dello stato [“buon vivere” o “vivere in pienezza” riferito alla cosmovisione quechua dell’esistenza e alla realizzazione armonica dell’essere umano e del pianeta divenuto una proposta olistica di ordine politico; è stato introdotto nella costituzione della Bolivia nel 2009, ndr]. Questi si sono accompagnati al riconoscimento dell’Amazzonia ecuadoriana (art. 250) come regione speciale con una legge e una programmazione dedicate. La legge è finalmente entrata in vigore quest’anno.
MP: Nonostante nell’ultimo decennio gli investimenti nell’area siano aumentati, si continuano a registrare alti indici di povertà. In quale maniera la legge amazzonica contribuirà all’eradicazione dell’inequità sociale?
CV: Ci si aspetta per prima cosa il compimento della norma per l’identificazione dei gruppi ancestrali, che rappresentano il settore prioritario di attenzione, in base a criteri di azione affermativa, e la loro differenziazione dai coloni rurali. La legge, inoltre, intende promuovere investimenti a partire dai piani di vita formulati dagli stessi popoli indigeni, che possono includere la dotazione di servizi di base, il rafforzamento economico familiare e comunitario, la formazione, il trasporto, la connettività, e via discorrendo.
MP: Quali modelli di sviluppo saranno applicati? ¿Quali sono le fonti di finanziamento della legge? E soprattutto, essendo il clientelismo nell’amministrazione pubblica una piaga in Ecuador, quali meccanismi sono stati ideati per garantire trasparenza nell’implementazione?
CV: La legge vuole propiziare la sostenibilità attraverso un modello post-estrattivo ancorato nella conoscenza e la responsabilità ambientale con il valore aggiunto apportato dalla biodiversità. Con la legge si creano due fondi: il fondo comune, finanziato con il surplus delle centrali idroelettriche, e il fondo di sviluppo sostenibile, finanziato con il 2 per cento di ogni barile di petrolio che viene estratto nell’Amazzonia. Bisogna menzionare che i governi autonomi decentralizzati dell’Amazzonia (province, cantoni e parrocchie), riceveranno ogni anno, in regime stabile, e paritario rispetto agli altri nel paese, proventi del bilancio dello stato. La legge regola la revisione dei conti obbligatoria dei beneficiari della stessa. In aggiunta, le richieste presentate al fondo comune dovranno inserirsi nei lineamenti della pianificazione integrale dell’Amazzonia. Altri meccanismi, sanciti dalla legge, sono il monitoraggio e la valutazione permanente dei progetti per assicurare una gestione pulita, un effetto reale nella vita delle persone, e il raggiungimento degli obiettivi. Il follow-up sarà a carico della segreteria tecnica della circoscrizione amazzonica.
MP: La legge amazzonica è passata attraverso un lungo percorso di consulta. Che accoglienza ha avuto nell’opinione pubblica?
CV: La legge ha contato con un’ampia partecipazione dei diversi settori sociali, entità pubbliche e private, istituzioni accademiche, popoli e nazionalità. Ha avuto una buona ricezione, sebbene la tendenza sia stata verso un approccio a temi specifici invece di fondarsi sull’integralità del processo. Considero che contenga dei buoni principi, anche se credo che, essendo la prima norma specifica per l’Amazzonia, abbia alcuni limiti. La sua adeguata esecuzione, tuttavia, scaturirà ulteriori misure legislative, orientate a migliorarne qualitativamente la materia e l’impatto regionale.
Questa intervista è stata pubblicata dal quotidiano indipendente online di geopolitica e politica estera Notizie Geopolitiche.
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Ancora in lotta per una terra sottratta con la forza o con l’inganno…