Pillole: Imām
Nell’islam classico, l’imām, “guida” dall’arabo, è il capo spirituale supremo dopo la morte di Maometto. Per i musulmani ortodossi o sunniti, il termine ha finito per significare soprattutto la massima autorità politica o il sovrano della monarchia universale.
Per gli sciiti, invece, sono imām soltanto quelli che vengono considerati legittimi monarchi per diritto divino: Alī ibn Abī Ṭālib e i suoi discendenti in linea diretta maschile. Alī (Mecca, forse 600 – Kūfa, 661), tra i primi seguaci dell’Islām e difensore dell’eredità spirituale di Maometto, fu cugino, genero, e quarto successore del profeta come capo della comunità musulmana. Questa sequenza si ferma al dodicesimo per gli imamiti musulmani sciiti in Iran e India, o al settimo per altre sette, scomparso in circostanze avvolte nel mistero e destinato a riapparire in futuro. L’imām sciita è impeccabile e infallibile, solo legittimo interprete della legge divina.
Nell’uso corrente, l’imām per i sunniti è anche colui che dirige la preghiera comune e la moschea. Tale ufficio può essere tenuto da qualsiasi musulmano conoscitore del rituale e non implica alcun concetto di ordini sacri. Gli sciiti riservano il titolo solo ai più alti ranghi religiosi.
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