L’Afghanistan ha in dotazione 400 respiratori per una popolazione di 38.9 milioni di persone. Con circa 40 mila casi alla fine di settembre, e il timore che un’impennata della pandemia possa saturare il fragile sistema sanitario nazionale, un team di adolescenti appronta respiratori assemblati con parti di vetture usate. Nel paese dove forze oscurantiste pretendono che le bambine non vadano a scuola, le Afghan Dreamers, conosciute internazionalmente per il proprio lavoro nel campo della robotica, e l’assegnazione di un premio negli Stati Uniti nel 2017, mettono a disposizione della collettività tecnologia efficace e di basso costo.
Le ragazze, fra i 14 e i 17 anni, hanno costruito un prototipo, utilizzando il motore di una Toyota Corolla e la trasmissione a catena di una motocicletta Honda. Questo tipo di macchinario è in grado di soccorrere pazienti con difficoltà respiratorie in situazioni di emergenza, quando i supporti standard non sono disponibili, e ha un costo di produzione di 200-300 dollari contro il prezzo di mercato di 30-50 mila.
Somaya Farooqi, Dyana Wahbzadeh, Folernace Poya, Ellaham Mansori e Nahid Rahimi, provengono dalla provincia occidentale dell’Herat, nella quale sono stati riportati i primi contagi, a causa della sua prossimità all’Iran, epicentro della regione. Il governo e il ministero della salute sostengono l’iniziativa.
Queste giovani scienzate sperano di ispirare bambine e ragazze a studiare – la tassa di alfabetizzazione femminile in Afghanistan non supera il 30 per cento – e a intraprendere carriere nella tecnologia e l’ingenieria. Il loro sogno è anche quello di cambiare la percezione della donna nella società e contribuire al suo ruolo attivo.
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