All’età di sette anni, Bana Alabed ha cominciato a documentare l’assedio di Aleppo. Con l’aiuto di sua madre, insegnante di lingua inglese, ha raccontato la sofferenza della vita quotidiana nel distretto al-Bab, roccaforte dei ribelli. Attraverso il suo account in Twitter, seguito da 370 mila persone, si è rivolta ai leader del mondo, includendo Vladimir Putin, Barack Obama e Bashar al-Assad, chiedendo di attivarsi per i milioni di bambini intrappolati nel conflitto.
Bana aveva solo tre anni quando è scoppiata la guerra. Ha perso gli amici, la scuola, e la sua casa. Con altri 350 abitanti, è stata evacuata dalla Siria alla fine del 2016. Nel 2018 ha ricevuto il Premio per la Libertà del Consiglio Atlantico. Il suo diario è diventato un libro, intitolato “Dear world”, dove la più grande emergenza umanitaria della storia è raccontata dalla prospettiva di una bambina.
In Siria si continua a combattere. Nel nord-ovest sono 300 mila i minori sfollati da dicembre. A Idlib dove l’esercito turco ha sferrato un attacco contro le forze siriane, mancano acqua potabile e servizi igienici e si è fatto strada il colera.
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