Sos Afghanistan
Dopo oltre quindici anni, non è azzardato pensare che la coalizione Nato in Afghanistan e nel nord-ovest del Pakistan non abbia una strategia decisiva. Il governo di unità nazionale, frutto di un patto di condivisione del potere, mediato da John Kerry nel 2014, fra i due contendenti che si accusavano di brogli elettorali – Ashraf Ghani, presidente, e Abdullah Abdullah, primo ministro, è frammentato e piagato dalla corruzione. Soprattutto è incapace di mantenere l’ordine. Continue reading “Sos Afghanistan”
Where is my name?
Su twitter si può seguire e partecipare alla campagna #WhereIsMyName per rivendicare il diritto all’identità delle afghane. Lanciato alcuni mesi fa da un gruppo di giovani donne, l’hashtag viene tradotto nei dialetti locali per coinvolgere tutte a rompere il tabù più incomprensibile e umiliante imposto dalla tradizione tribale. Secondo gli ultraconservatori, il nome delle donne sarebbe sacro, legato all’onore della famiglia; per questa ragione, impronunciabile in pubblico. Ne consegue l’abominevole negazione del diritto primario di essere chiamate con il proprio nome a scuola, sulle prescrizioni mediche, e, persino, sul certificato di nascita dei figli e la lapide funeraria. In cambio, vengono utilizzati pseudonimi fantasiosi che ne rivelano appieno la logica patriarcale: “la mia parte debole”, “la madre dei miei figli”, “la mia capretta”. Per gran parte della società afghana, le donne non sono dunque cittadine, ma proprietà di un padre, un fratello, o un marito, che ne gestisce corpo, faccia e nome.
Gli ultimi indigeni europei
Dal 1993, proclamazione dell’anno internazionale dei popoli indigeni, si celebra la giornata dei saami, popolo autoctono scandinavo, che dal 6 febbraio del 1917 – data del loro primo congresso, difende diritti e autonomia in maniera attiva e organizzata. Continue reading “Gli ultimi indigeni europei”