Aveva risposto all’appello di Masif Alinejad, attivista in esilio, di mostrarsi a capo scoperto – un crimine per le donne in Iran, ed è stata arrestata all’incrocio di due strade a Teheran, dove sventolava il suo hijab a maniera di bandiera bianca. Il video amatoriale ha fatto il giro del cyberspazio. La ragazza era diventata il simbolo della rivolta contro il regime repressa in questo inizio d’anno dalle Guardie della Rivoluzione. Partita nel 2014, la pagina facebook della campagna “My Stealthy Freedom” (La mia libertà furtiva) è stata inondata da immagini di donne e ragazze che postano ritratti fotografici e video, mentre camminano, anche per pochi minuti, per le strade del paese senza il velo imposto dalla tradizione religiosa.
Iran. My Stealthy Freedom
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La categoria ‘Storie’ racconta gli atti di coraggio, le riflessioni e le proposte, di ragazze e giovani donne nel mondo. La geopolitica si gioca anche sui loro corpi e tiene in ostaggio le loro libertà. Lo scorso anno, Il Toro e la Bambina ha pubblicato “Hong Kong. La ragazza del gessetto” (6 settembre), “Afghanistan. La prima rapper” (17 ottobre), e “Sonita Alizadeh contro i matrimoni forzati” (3 dicembre).
La scelta delle ragazze di My Stealthy Freedom di mostrarsi a capo scoperto, pagando tutte le conseguenze previste dalla Legge Iraniana è, secondo me, uno dei modi per cercare di far arrivare in Occidente, l’insofferenza verso un regime che, oltre ad essere illiberale, non riesce a fare crescere l’economia, nonostante gli accordi sul nucleare avessero creato moltissime speranze nella popolazione iraniana. Speranze che sono risultate vane, l’economia iraniana cresce ancora troppo poco e ogni anno si “creano” circa un milione di nuovi giovani disoccupati a cui non resta che manifestare per cercare di cambiare la situazione. C’è solo da augurarsi che ci riescano e senza spargimenti di sangue.